Una delle stanze dell'Albergo dei Polveri diventa per 20 minuti una camera delle torture. Gocce rosse su una tovaglia bianca sono il proscenio di una violenza che è stata appena eseguita. Vittime di queste efferate brutalità sono le ciliegie. L'artista tedesca Eva Meyer-Keller, con tanto di grembiule macchiato dal succo del frutto, presenta al Teatro Festival Italia “Death is certain”, una sorta di installazione teatrale in cui mostra silenziosamente 36 modi per torturare una ciliegia.Su un tavolo in bella mostra gli arnesi del supplizio, da un mortaretto utilizzato a mo di tritolo a delle zollette di zucchero usate per murare vive le condannate, dal cemento per costruire bare di sciasciana memoria a stuzzicadenti che infilzano la preda come una lancia. L'artista, con un sorriso distaccato e con una precisione chirurgica, sembra quasi godere delle esecuzioni che infligge alle indifese ciliegie. Attraverso la costruzione di situazioni minimali, lascia all'immaginazione dello spettatore il compito di completare e interpretare la performance. Originali quanto surreali le sevizie bonsai: il fumo di una sigaretta trasforma un bicchiere di carta in una camera a gas, un cavo elettrico sprigiona tutta la sua potenza sulla predestinata fino a farla fumare, una pila di fiammiferi su un piatto ricrea il rogo di Giovanna d'Arco, mentre una barca di carta su cui navigano due sventurate affonda in un secchio d'acqua per la bufera provocata da un fon. I visitatori seguono incuriositi la carneficina “pulp-fruit”. Le ciliegie sono immobili, ma negli schizzi della loro polpa si sente l'eco muta di una violenza a cui non hanno potuto reagire.